La narrazione e la descrizione vivono in un rapporto di reciprocità: nei testi letterari le sequenze narrative si intrecciano con quelle descrittive, permettendo al lettore di vedere luoghi e personaggi e seguire il filo delle vicende quasi con gli stessi occhi dell’autore.
DOCUMENTO DI ORIENTAMENTO PER LA REDAZIONE DELLA PROVA D'ITALIANO NELL'ESAME DI STATO CONCLUSIVO DEL PRIMO CICLO (2017).
Da alcuni anni a questa parte la prova scritta di Italiano dell'esame di Stato conclusivo del primo ciclo prevede, con la Tipologia A, anche la possibilità che i ragazzi e le ragazze si cimentino nella produzione di un testo descrittivo. In terza ho, dunque, deciso che avrei dedicato alcune lezioni alla scrittura di descrizioni, per quanto di sequenze descrittive avessimo già parlato negli anni precedenti e ne avessimo già, in fondo, sperimentato la scrittura. Poche lezioni sono dunque state destinate proprio a questo e per produrre descrizioni efficaci la biblioteca di classe si è rivelata utilissima. Intanto ci è da subito stato chiaro che è piuttosto difficile incontrare "testi descrittivi" puri, ma belle descrizioni potevamo comunque intercettarle nei libri che stavamo leggendo.
Così, come primo step ci siamo messi a caccia di sequenze descrittive, anche brevi, presenti nei nostri romanzi, per leggerle ad alta voce e discuterne insieme. "Tu non sai di me" di Luisa Mattia e "Il ladro dei cieli" di Cristian Hill ci hanno subito offerto spunti molto interessanti. Nel primo è stato portato all'attenzione dei compagni e delle compagne un passo in cui il protagonista si sofferma sui capelli di una ragazza ed è emerso chiaramente che la descrizione raccontasse anche lo sguardo e l'emozione di chi quei capelli li osservava. Nel secondo caso ci siamo invece soffermati sulla descrizione di un luogo, una casa, e sull'ambiente circostante. Anche in questo caso è apparso chiaro quale fosse l'intento dell'autore: presentare un personaggio anche attraverso il luogo in cui vive.
I primi mentor scovati autonomamente "sul momento", hanno subito fatto, dunque, emergere alcune caratteristiche proprie e replicabili del testo descrittivo. Io ho poi condiviso uno per volta altri tre testi. I primi due li ho tratti da un libro che abbiamo amato moltissimo in prima, il "Draconis Chronicon", che abbiamo letto ad alta voce e che ci ha poi condotti all'incontro con l'autore (qui l'articolo sull'esperienza della lettura condivisa). Il terzo l'ho tratto da un romanzo che io amo moltissimo e che mi rapì un po' di tempo di fa anche per la ricchezza delle descrizioni. Di quest'ultimo ho offerto un passo breve, sicuramente sfogliando l'opera vi si potranno trovare parti molto più efficaci, ma ho compiuto la ricerca in tempi rapidi e la prima breve descrizione in cui sono inciampata mi è sembrata comunque molto utile allo scopo. Si tratta di "The skeleton tree" ( qui una breve presentazione scritta da me dopo la lettura).
Intanto abbiamo cominciato col soffermarci sulla descrizione di un personaggio e abbiamo letto come Manlio Castagna ci presenta Vulferio, l'eremita, nel "Draconis". Ecco ciò che è emerso dalla riflessione in plenaria e che trovo nei taccuini:
Per fare una buona descrizione del personaggio si possono usare le seguenti strategie:
- dare un ordine alla descrizione
- utilizzare i cinque sensi
- metafore e similitudini
- usare l'iperbole
- molti aggettivi per ogni parte descritta
- inserire opinioni (ma vecchio, era vecchio, su questo c'era poco da dire)
- periodi brevi.
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