Writing. Il mio primo percorso sull'Horror.




 Siamo arrivati a scrivere racconti horror a fine anno, con tastiere frementi e tante idee per la testa. Il percorso sull'horror è stato davvero desiderato, ma prima di dare il via alla produzione dei racconti bisognava essere pronti. Occorreva avere nella cassetta degli attrezzi alcune strategie, quelle indispensabili acquisite con l'autobiografico e quelle apprese con la riflessione sui testi letti insieme. 


Quando siamo giunti a mettere la penna sul foglio ( o meglio il dito sulla tastiera, i ragazzi hanno sempre lavorato al pc, partecipando al progetto Smart Class) non eravamo più del tutto inesperti. Potevamo dire di sapere quali fossero le varie parti del plot, avevamo familiarità con le varie tipologie di sequenze, per averle sperimentate con consapevolezza, sapevamo cosa significasse effettuare la revisione di un testo, e così via. Alcuni di noi avevano letto negli ultimi mesi romanzi horror, tutti avevamo letto insieme "Lunamadre" al primo quadrimestre. 

La fase di immersione nei testi "mentor" è cominciata mentre i ragazzi erano impegnati nella scrittura di un altro testo di fiction, l'autobiografia di un'opera d'arte, di cui ho parlato qui. La marinatura è durata un bel po'. Ho scelto per l'immersione i collaudatissimi racconti di "Storie del terrore da un minuto", raccolta da tener cara, scoperta grazie al gruppo fb degli Italian Writing Teacher ( come molti altri bei testi) qualche anno fa, quando leggevo i post con voracità, ma non osavo cimentarmi nel tentativo di sperimentare. Di racconti tratti da questo libello ne ho letti tanti ad alta voce, solo su tre però mi sono concentrata per costruire le minilezioni: "Zampette", "Takowanda" e "Dieci piccoli bocconcini". Dopo aver individuato gli elementi comuni e aver steso la nostra check list, siamo andati a caccia di idee per le nostre storie.

Abbiamo così realizzato le mappe della paura, due pagine di taccuino in cui i ragazzi hanno dato forma, con matite e colori, a tutto ciò che li spaventava, disgustava, inquietava. I discorsi sulle "paure" sono stati scoppiettanti e le idee si sono rincorse da un banco all'altro per poi essere condivise talora anche in plenaria. Ultimate le mappe, in ogni taccuino c'era abbastanza materiale per immaginare più di una storia raccapricciante. 

Quindi ho ripreso due racconti particolarmente significativi per lo scopo che mi prefiggevo e  ne abbiamo analizzato la struttura, con gli occhi dello scrittore, osservando le montagne della storia. Mi rendo conto che le nostre montagne possono apparire poco immediatamente comprensibili, ma abbiamo ormai costruito un "codice grafico" tutto nostro con cui ci intendiamo quando ragioniamo di questi aspetti del testo. 

Nel corso del laboratorio ho poi proposto queste tre minilezioni: 

Da dove cominciare, in cui riflettiamo su come, nei brevi testi che abbiamo letto, personaggio ed elemento orrorifico si incontrino quasi subito

Creare la suspense, in cui c'è l'invito a costruire una breve linea del tempo con tre tacche, una per ogni indizio inquietante prima del momento culminante

- L'ultima sul lessico, Usa le parole giuste.

Lavorare sull'Horror ci è piaciuto, siamo arrivati "carichi" all'appuntamento. Leggere un romanzo horror al primo quadrimestre ha convinto anche quanti si dichiaravano poco amanti del genere a mettersi alla prova. Per l'ultimo percorso di fiction infatti avevo previsto libertà di scelta, chi avesse voluto avrebbe consegnato l'horror e chi si fosse sentito a disagio avrebbe potuto scrivere un altro testo autobiografico. L'Horror è stato la scelta di tutti. 







 

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