"Il fazzoletto bianco". Strategie di lettura e... orientamento.

 

Dopo la lettura di Vetro un altro albo ci ha fatto compagnia in terza: Il fazzoletto bianco di Viorel Boldis, illustrato da A. Toffolo, edito da Topipittori.

Intendevo lavorare su alcune strategie di lettura in particolare e ho dato molto più  spazio al testo che alle immagini. 

Abbiamo posto l'attenzione sui luoghi della storia, che hanno un ruolo molto importante nella vicenda. Più pagine sono dedicate infatti alla presentazione del villaggio in cui il protagonista è  cresciuto, alla sua regione d'origine, la Transilvania, al modus vivendi  semplice dei contadini di quella terra.

Abbiamo osservato come l'autore per immergerci in quelle atmosfere sia partito dal particolare della casa del protagonista e abbia poi man mano allargato lo sguardo, descrivendo il villaggio e poi fermandosi sulla regione. Per sperimentare questa tecnica e restare ancorati al " parlare di sé ", al filo rosso dell'autobiografia che ci avrebbe accompagnati in questa prima fase dell'anno, ho proposto una scrittura a ricalco di queste prime pagine. Così abbiamo riscritto la parte iniziale pensando a noi e al nostro vissuto.

Abbiamo anche notato quanto spazio sia stato riservato ai luoghi d'infanzia del protagonista, quanto poco spazio invece sia stato dedicato ai luoghi che accolgono il protagonista dopo la sua partenza e con quali termini venga descritta questa "nuova casa". Su queste scelte abbiamo ragionato insieme.

Ci siamo poi interrogati su ciò  che il fazzoletto bianco potesse simboleggiare e abbiamo riflettuto sul rapporto tra titolo e problema della storia, come suggerito da Jennifer Serravallo nel suo Reading Strategies Book ( strategia 5.2 "Title Power").


Quindi siamo andati sul personaggio e qui ho potuto sperimentare quella ricca strategia proposta dalle colleghe Linda Cavadini, Loretta De Martin e Agnese Pianigiani nell'imperdibile volume "Leggere, comprendere, condividere". Mi riferisco all' "Anatomia di un personaggio". In seconda i ragazzi avevano già lavorato sul personaggio, ma in maniera meno approfondita, avevo usato un organizzatore più  semplice, ispirandomi alla strategia 6.1 del Reading Strategies Book di Jennifer Serravallo (How's the Character Feeling?), in terza mi è  quindi sembrato opportuno ampliare lo sguardo sui personaggi proponendone, come dicevo, l'anatomia

Quindi ci siamo fermati sui genitori e sul rapporto tra i tre, padre, madre e io narrante.

Lo schema usato per lavorare sul protagonista  l'ho proposto a fine lavoro in una chiave diversa, ho chiesto ai ragazzi di parlare di se stessi attraverso l' " anatomia di un personaggio", provando a fotografare il momento che stavano vivendo, per favorire ancora una riflessione su di sé in un'ottica di Orientamento. Abbiamo utilizzato quest'ultimo organizzatore, insieme ad altri,  come attivatore per approcciarci alla poesia autobiografica, oggetto del modulo di Writing successivo.

Questa la traccia del percorso che ho preparato durante l'estate:

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