Se praticate il laboratorio di lettura da un po' e avete dubbi sull'introduzione dei circoli di lettura in classe, fugateli pure! Sono un'esperienza positiva ed arricchente per ragazzi e ragazze.
Io ho atteso tanto prima di proporli, per tanti motivi: ero insicura e temevo di non riuscire a "tenere tutto insieme", mi preoccupava che non fossero produttivi, temevo che i ragazzi e le ragazze usassero male il tempo a loro disposizione, fossero poco concentrati e producessero riflessioni banali.Non che in parte ciò che temevo non si sia verificato, a volte alcune riflessioni nei gruppi sono apparse superficiali, ma ho capito che tanta differenza la fa il libro che si sceglie di mettere al centro, come sempre del resto.
Quando la lettura lo permette, i ragazzi sono molto motivati e risultano davvero autonomi durante l'ora dedicata. Un punto assolutamente a favore dei circoli è il fatto che dovendosi confrontare con i compagni ci si sente responsabili, se il gruppo decide che per l'incontro successivo si leggono cinquanta pagine, beh... tocca farlo! Altrimenti non si sa che cosa dire e si rallenta il lavoro dell'intera squadra.
A ottobre, quando è partita l'attività, mi sono premurata di consegnare a ciascuno un vademecum dei circoli di lettura, in cui ho indicato le azioni da compiere e ripetere ad ogni incontro.
A turno, qualcuno ogni volta avrebbe intanto fatto il punto su quanto accaduto nel racconto, gli altri, dopo aver ascoltato, avrebbero arricchito il contenuto, se necessario. Quindi sarebbe partito il confronto vero e proprio, sul quale ognuno si sarebbe dovuto preparare, sottolineando le parti di cui desiderava discutere o apponendo post it per ricordare impressioni, connessioni o domande da condividere.
Se in seconda la scelta dei libri intorno ai quali costruire i circoli è caduta su quattro thriller, in terza ho compiuto una scelta diversa: ho optato per un libro che ho trovato bellissimo, costituito da più racconti incentrati su un unico argomento, il D. Day.
Si tratta di Come essere vento di Daniele Aristarco. Il romanzo è suddiviso in più capitoli che sembrano autoportanti, anche se è possibile scoprire collegamenti tra un racconto e l'altro, con grande stupore dei lettori e delle lettrici. Esso si apre e si chiude con il personaggio di Irène.
Ho proceduto così. Avendo proposto la lettura a inizio anno ero consapevole che non tutti i ragazzi e le ragazze sapessero cosa si intendesse per D. Day, ho quindi proposto una presentazione, realizzata con genially, questa, per introdurre alcuni concetti fondamentali ed entrare nel periodo storico raccontato nel libro.
Quindi è cominciato il lavoro dei circoli vero e proprio. Ciascuno ha scelto il primo personaggio da cui cominciare. Ogni capitolo del libro ruota infatti intorno ad un personaggio che vive i giorni terribili dello Sbarco in Normandia dal proprio punto di vista. La lettura avveniva a casa, il vademecum presente nel taccuino forniva spunti e idee per individuare elementi di riflessione da portare nel gruppo.
Una volta in classe l'organizzatore usato per parlare di Irène andava a supportare anche discussioni relative ad altri personaggi.
Man mano che si procedeva con la lettura dei capitoli, emergevano collegamenti tra le varie parti del romanzo, e di tanto in tanto si sussurrava qualche spoiler da un gruppo all' altro. Ciò, però, non scoraggiava la lettura, anzi, invitava un circolo ad affrontare per la volta successiva proprio il capitolo su cui era giunta qualche informazione da parte di chi lo aveva già letto.
L'ultimo capitolo l'ho letto io ad alta voce, per chiudere il cerchio e tirare insieme le fila e per fermarci anche sul concetto di Resistenza che, ad ottobre, era ancora per alcuni poco chiaro.
Diversi i personaggi amati. Irène, Leòn e Kurt sicuramente i preferiti. Per concludere ho richiesto un'annotazione complessiva finale sul taccuino, secondo la routine di pensiero Colore, simbolo, immagine, che le studentesse e gli studenti di terza conoscono bene (Come simbolo ho scelto il vento, che è veloce, scaltro e silenzioso, proprio ciò che serve alla Resistenza cit. da S.).
Per la valutazione ho tenuto conto delle annotazioni scritte dopo ogni incontro nei circoli, dell'annotazione finale e delle mie osservazioni durante le discussioni nei gruppi.
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