Ma che bello "Livide Zucche"!

 


Mi è piaciuto tanto "Livide Zucche", di Malika Ferdjoukh (Pension Lepic), tradotto da Orietta Mori, per il sapore un po' ottocentesco del racconto, nonostante sia ambientato alla fine del '900 ( credo!)

Mi è piaciuta la struttura, una sorta di tripartizione in atti, con (I) inizialmente la scoperta del cadavere, (II) poi ciò che è accaduto prima e (III) infine ciò che è accaduto dopo.
Mi sono piaciuti i personaggi, che ho trovato di spessore, tridimensionali, ricchi. Mi riferisco soprattutto ai più giovani.
Mi è piaciuto il punto di vista "mobile", che permette al lettore di guardare le vicende che accadono in quel giorno da più punti di vista e di conoscere a fondo i protagonisti e i loro pensieri.
Mi è piaciuto il setting: il tempo e il luogo. Tutto accade sostanzialmente in una sola giornata, una giornata speciale: il compleanno del nonno, che cade il 31 di ottobre. E tutto avviene in un unico luogo: la tenuta di famiglia presso la quale molti si recano proprio per i festeggiamenti.
Mi è piaciuto il modo lento di raccontare ogni cosa.


Lo proporrei in classe? Certamente: a lettori forti, che non si arrendono dinanzi al procedere lento e dettagliato degli eventi. Lo trovo adatto anche per una lettura ad alta voce da parte dell'insegnante, che consentirebbe pure ai lettori poco esperti di godere di questa storia. Essa, oltre ad un giallo, è una complessa e sorprendente vicenda familiare, in cui ogni tassello, alla fine, sembra tornare al proprio posto.

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