Incontrare Giuditta



Per caso e per fortuna è entrata più o meno inaspettatamente in classe, a dicembre inoltrato, una bambina piccola e ossuta, dai capelli scuri che sembrano nidi di vipere e dai doni inattesi: si tratta di Giuditta, protagonista del romanzo di Francesco D'Adamo "Giuditta e l'Orecchio del Diavolo".
Quando abbiamo saputo che l'autore sarebbe stato dalle nostre parti a fine gennaio, non abbiamo non potuto cogliere l'occasione di proporre la lettura di questo libro, che è piaciuto tanto.
Non essendo stata programmata, ma essendoci giunta inaspettatamente tra le braccia, abbiamo accolto questa storia come un fuoco intorno al quale sederci e scaldarci. Più che altro, quindi, l'abbiamo ascoltata e assaporata.

Il racconto è molto coinvolgente. Le numerose e dettagliate descrizioni hanno permesso di "visualizzare" sui nostri taccuini tanti momenti e tante scene. Il punto di vista, che cambia a seconda dei capitoli, ci ha consentito di "entrare" nei pensieri dei personaggi principali proprio quando venivano messi alla prova, nei momenti in cui meglio si trovavano ad esprimere la propria forza d'animo e la propria personalità.  Empatizzare con loro è stato naturale. 


La storia ha condotto la classe in un periodo storico buio del nostro Paese, in cui il nemico era in casa e gli italiani divisi. La sfiducia e il sospetto erano compagni di ogni giornata e bisognava sorvegliare i propri comportamenti in mezzo alla gente. Eppure il villaggio di Acquadolce era amico dei partigiani e in molte case si accendevano i camini a Natale per accoglierli. Nonostante la cattiveria infuriasse all'esterno, il villaggio sembrava comunque un luogo caldo in cui stare. 

Momenti in cui i personaggi incontrano i nazisti ed i fascisti ce ne sono  e sono pieni di tensione, hanno tenuto molto desta l'attenzione del lettore (Giuditta nell'armadio, i partigiani che minano il ponte, i camion dei nazisti fuori la chiesa) e hanno permesso di condurre i ragazzi e le ragazze in una realtà non molto lontana, continuando a tenere viva la memoria di ciò che è stato e che non si deve dimenticare: la lettura, del resto,  ha il grade potere di farci fare esperienza delle situazioni, pur tenendoci al riparo dalle conseguenze.

Per questo, più che altro abbiamo cercato di capire quale fosse l'ambientazione che fa da culla alla vicenda  e che è determinante perché la storia sia.

Quindi, poche richieste di volta in volta: tanti visualizza, qualche premonizione, tanti " lo so, come lo so", talora la proposta di saltare dentro la storia per provare a far emergere i pensieri dei personaggi e riflessioni sul ruolo che i partigiani hanno avuto nella storia del nostro Paese.

Con l'insegnante di approfondimento, con cui a staffetta abbiamo portato avanti la lettura in seconda, è sembrato il momento giusto per introdurre una sola nuova strategia di comprensione : la bussola del personaggio, prima sul personaggio di Oreste e poi su altri.


Infine, dopo questa entusiasmante maratona di lettura, grazie al Comune di Chianciano Terme e all'ANPI di Chianciano, abbiamo potuto parlare con D'Adamo in persona, che ha accolto le nostre domande con gioia e disponibilità e ci ha raccontato cosa c'è dietro una storia, come le suggestioni per creare possano arrivare inaspettatamente e accendere idee, come a volte siano le storie a cercarci. E ci ha promesso per il futuro altre storie "partigiane".






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