Carte, caselle, dadi e pedine.


La tecnologia digitale è da alcuni anni elemento indispensabile nella mia pratica didattica, come in quella di tanti docenti. Ci ritroviamo da un po' a compiere velocemente azioni, per predisporre le nostre lezioni, che un tempo ci avrebbero dato non poco pensiero, come buttare giù una presentazione con Adobe Spark, Genially o Canva, registrare un video con Apowersoft o preparare un quiz online per il ripasso.  

L'attività
che ho portato avanti per qualche settimana nei Laboratori pomeridiani a classi aperte è, invece, stata condotta in modo del tutto analogico.  Lo scopo che mi ero prefissata era quello di invitare tutti al ripasso di alcuni elementi di morfologia e lessico, favorire l'apprendimento cooperativo, stimolare lo spirito di iniziativa.

Divisi i ragazzi in due gruppi, ho chiesto loro di realizzare le "scatole dei giochi grammaticali ": ciascun gruppo avrebbe inserito nella propria scatola un gioco dell'oca grammaticale ed un mazzo di carte per giocare a taboo. Ovviamente i giochi sarebbero stati costruiti dai ragazzi stessi usando cartoncini, colori, colla, forbici, ma anche libri di testo, dizionari e... memoria personale. Il lavoro è stato realizzato autonomamente dagli studenti e dalle studentesse, che hanno selezionato tutte le parole necessarie per il gioco del taboo, le domande di grammatica da associare alle caselle del gioco dell'oca, gli ostacoli e le ricompense.                                                                   

Per il taboo il dizionario si è rivelato particolarmente utile, ma oltre a sostantivi di uso comune o relativi al lessico specialistico, considerato il forte interesse di alcuni per il mondo dell'agricoltura e degli attrezzi agricoli, anche parole afferenti a discipline specifiche non sono mancate. 

Ultimate le scatole, i gruppi se le sono scambiate e hanno giocato con il lavoro ideato e realizzato dagli altri compagni. Il taboo ha consentito una vera e propria gara tra squadre, che si è conclusa in parità.

Entrambe le attività, oppure una soltanto, possono essere proposte anche a inizio anno, nella fase di accoglienza, per permettere ai ragazzi e alle ragazze di conoscersi e rompere il ghiaccio.


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