Lascio una traccia veloce su Un pinguino a Trieste, che mi è piaciuto molto e ho letto in poco tempo.
Innanzitutto ho trovato efficace e significativo il paratesto: il romanzo si apre e si chiude con una cartina su cui è tracciato il percorso del viaggio compiuto dal protagonista alla ricerca del padre, quando necessario una linea del tempo con le date significative della storia introduce i capitoli, stralci di autentici giornali dell'epoca, con foto e articoli attestano la veridicità del racconto, rinforzando il necessario patto narrativo tra autore e lettore.Quest'ultimo aspetto mi ha molto colpito, immagino come queste testimonianze abbiano pian pian tessuto un reticolo di connessioni nella mente dell'autrice e generato la narrazione. Esso può sicuramente fungere da ispirazione per "aspiranti cacciatori di storie" e si può immaginare un'attività di prescrittura che coinvolga i ragazzi nel selezionare da un quotidiano una notizia da cui si possa poi generare una storia.
Questo romanzo, delicato e poetico, racconta il viaggio per mare compiuto da Nicolò alla ricerca del padre, e la sua vita a Trieste, prima e dopo questa avventura. Il destino del giovane sembra non cominciare sotto i migliori auspici, la madre, infatti, muore quando è piccino, e del padre si è persa ogni traccia. Col tempo, però, Nicolò, riuscirà a costruirsi una vita di affetti grazie al suo buon carattere e alla sua tenacia e perseveranza.
Il racconto offre molti spunti per lavorare sul setting, sulla situazione della città di Trieste dopo la guerra, sulla quotidianità di un luogo conteso e presidiato, che riflette sul proprio futuro, la propria collocazione geografica e culturale e che talora sogna la totale indipendenza.
Numerosi gli spunti e le tematiche presenti, a partire dal viaggio come metafora di crescita e cambiamento.
Interessante per i giovani d'oggi, abituati a comunicare con facilità i propri spostamenti grazie agli smartphone, potrebbe essere una riflessione sulla difficoltà di sentire vicini i propri affetti, di comunicare imprevisti, di ritrovare persone care in tempi in cui la tecnologia non era ancora così avanzata.
Il romanzo è stato recentemente insignito del premio letterario La storia più importante, che viene assegnato ogni anno a Firenzuola dopo una selezione da parte di una giuria composta da numerosi giovani lettori che fanno riferimento a gruppi di lettura attivi in più parti di Italia.
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