"Non chiamarmi strega", la storia di Lucetta




 

Non chiamarmi Strega

di Sabina Colloredo

numero di pagine: 154

Gallucci

dai 12 anni


Con questo romanzo, scorrevole e poetico, veniamo condotti dalla penna dell'autrice nell'Europa del '500, in un periodo storico non certo felice per le donne, soprattutto per quante desideravano essere libere di vivere la propria vita, esprimere se stesse e perseguire i propri sogni.  Il mondo della magia e della stregoneria ci avvolge sin dalle prime battute, ma le figure femminili che animano la vicenda, pur  in grado di compiere alcuni atti magici e pur partecipando a particolari danze e rituali collettivi in determinate notti dell'anno, non sembrano in alcun modo aver a che fare con entità malvagie, né operano per procurare danno ad alcuno. Al contrario, sono guaritrici, sapienti conoscitrici dei segreti delle erbe e della natura. Esse mettono la propria arte ed i propri saperi a disposizione della comunità ed operano per il bene del prossimo. 

Lucetta, la sua mamma e le sue sorelle sono una famiglia di sole donne, libere e indipendenti, costrette però a spostarsi e ricominciare più  volte per sfuggire alla mano dell'Inquisizione e al pericolo di vedere limitata la propria libertà.

 Pur collocato in un preciso periodo storico ( numerosi i riferimenti  ad eventi e personaggi reali), il racconto è comunque estremamente attuale e fa riflettere. Melusina, la madre di Lucetta incarna lo spirito forte e indipendente che alberga in ogni donna, spirito che troppo spesso però, al di là dei luoghi e delle epoche in cui si ritrovi ad abitare, viene soffocato dalle convenzioni sociali, dall'ignoranza, dalla brutalità, da norme insensate e crudeli calate dall'alto.

La lettura è piacevole e c'è tanta magia  nelle atmosfere di questo romanzo che profuma di bosco, di resina e di erbe, sa di miele e stufato di funghi, risplende dell'arancio del crepuscolo e del fuoco lasciato a crepitare nel camino. 

Lo consiglierei a lettori e lettrici dai dodici anni in su. 





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