Letture di fine estate: "Julia & lo squalo"



Julia & lo squalo

di Kiran Millwood Hargrave

illustrato da Tom de Freston

Mondadori

numero di pagine: 206

dagli 11 anni


Julia è una ragazzina che dalla Cornovaglia si trasferisce a Unst e con i suoi genitori va a vivere, per il tempo di un'estate, in un faro. La madre, una biologa marina entusiasta del proprio lavoro, desidera portare avanti degli studi sullo squalo della Groenlandia e conta di riuscire a vederne uno durante i mesi che la famiglia trascorrerà in quel luogo. Julia , che nella sua scuola ha vissuto atti di bullismo, incontra durante questa vacanza Kin, che diventerà il suo migliore amico. Kin ama il cielo e le costellazioni, come sua madre ama il mare. 

La trama di questa vicenda è ben più ricca rispetto a ciò che ho raccontato per non spoilerare troppo.  Non so però se ho afferrato tutto quanto c'era da afferrare di questo romanzo e non so nemmeno se chiamarlo semplicemente romanzo. Si compone di testo e immagini, ma le immagini non si limitano ad "illustrare " il contenuto, esse sembrano raccontare un'altra storia, o meglio, sembrano raccontare la parte più profonda della storia e sono fortemente simboliche ed evocative. 

Colori, testo, immagini, pagine in cui il testo viene disposto in maniera tale da formare una figura, dunque, concorrono, tutti insieme, alla costruzione del significato, che  appare quindi complesso e stratificato. Questo aspetto risulta estremamente accattivante per un lettore esperto, che è attivamente chiamato ad interpretare questi codici. Un lettore meno esperto, meno abituato alla lettura profonda di albi illustrati, forse non riuscirà ad apprezzare il libro fino in fondo, ma godrà comunque di una bella storia e di belle immagini. 

Non tutto mi è completamente chiaro, non a tutto, cioè sono riuscita ad attribuire un significato che mi convincesse pianamente, qualcosa ancora mi sfugge ( penso, per esempio, al significato da attribuire ai risguardi), ma sarà bello tornarci e magari confrontarsi con altri lettori.

Tantissimi aspetti mi sono però piaciuti molto, oltre alla pluralità di linguaggi usati per raccontare la stessa storia. Penso al gioco di parole offerto inizialmente al lettore,  a cui la narratrice fa presagire un fatto che poi non si realizza nei termini che ci saremmo immaginati, all'evoluzione dello sguardo della protagonista sulla propria madre, alla molteplicità dei temi presenti.

Lo consiglierei in lettura autonoma, ma ancor di più lo considero adatto ad una lettura ad alta voce, che, ovviamente, lasci spazio all'interpretazione condivisa, lettura  accompagnata però dalla proiezione di alcune pagine alla LIM. 

 

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