Per educare alla lettura occorre dedicare tempo alla lettura, questa è una delle verità che ho appreso dai colleghi esperti che praticano il WRW (questo il link del loro blog) ed è ciò che cerco di fare da tre anni a questa parte nelle mie classi.
Purtroppo il Covid, inutile negarlo, ha messo qualche barriera tra i libri e i ragazzi. Non è più stato possibile, infatti, il contatto diretto con una biblioteca di classe fisicamente presente, sempre visibile e quotidianamente esplorabile.
In una delle mie classi, ad esempio, i ragazzi non hanno mai sperimentato il piacere di sistemare insieme i libri della nostra biblioteca negli scaffali, confrontandosi sui criteri da adottare, in un'altra conservano solo un ricordo di questa esperienza, legato ai primi mesi trascorsi nella scuola media. Questo a causa delle norme dettate dalla situazione pandemica che stiamo vivendo.
Certo mi sono premurata, in questi ultimi due anni, di creare la routine ( e l'aspettativa) settimanale della biblioteca " in scatola" , ho mostrato libri e presentato trame, ho letto ad alta voce e favorito la lettura autonoma, ma sento comunque che è mancato un supporto importantissimo all'educazione alla lettura che sto provando a portare avanti con il laboratorio. I ragazzi sono stati privati della possibilità di assaggiare più quarte di copertina con agilità durante la mattina, così come di quella di portare a scuola i propri libri da condividere con i compagni.
Nell'attesa che le cose tornino quanto prima ad una quotidianità che somigli il più possibile a quella di qualche anno fa e che gli scaffali tornino in classe, in questo mese di maggio abbiamo fatto una prima incursione in biblioteca comunale. Con mascherine e mani ben disinfettate, talora limitandoci a guardare e lasciandoci ispirare solo dai titoli e dalle copertine, abbiamo cominciato a stendere le liste in vista delle prossime vacanze.
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