Minilesson di poesia: l'anafora. Leggendo l'albo "Io sono foglia".


 Non avrei potuto trovare giorno più adatto per leggere in classe l'albo illustrato "Io sono foglia" di Angelo Mozzillo e Marianna Balducci. Stamattina infatti foglie gialle e arancioni danzavano vorticose per le strade del paese e potevamo vederle piroettare anche dalle finestre della nostra aula, per quanto riuscivano a spingersi in alto!

Stiamo lavorando sulla poesia. Qualcuno produce "prescritture", qualcun altro è già alla prima bozza, qualcuno riguarda le minilesson studiate lo scorso  anno, usando il qr code nel taccuino.


Oggi ho introdotto la prima nuova strategia per quest'anno: l'anafora. Per farlo abbiamo letto, come dicevo,  "Io sono foglia", che si presta ad un lavoro su più strategie e che riprenderò sicuramente più avanti, per ragionare sulla metafora, sul tema, ma anche sull'uso del "ma" all'interno di un componimento poetico ("Ma sedendo e mirando", "Ma nel cuore nessuna croce manca").

Le immagini hanno, ovviamente, subito catturato l'attenzione di tutti. Per ora ci siamo soffermati sull'anafora, osservando come il poeta insista sulla ripetizione delle parole "Un giorno". Ne abbiamo dedotto che questo accade perché vuole enfatizzare l'idea di "instabilità", vuole puntare l'attenzione sul fatto che il nostro stato d'animo non è sempre lo stesso, e non sempre ci va di fare oggi quello che ci andava di fare ieri.

Questa la minilesson che ho proposto: Anafora

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