Letture estive: "Una per i Murphy". Di mele che cadono lontano dall'albero.







Una per i Murphy  
di Lynda Millaly Hunt
traduzione di Sante Bandirali
 Uovonero 
245 pagine
dai 13 anni

  Ricordo quando mia madre diceva che siamo identiche. Che una mela non cade lontano dall'albero. Adesso credo che, anche se la mela proviene dall'albero, può cadere per terra e rotolare giù dalla collina, e finire in un posto completamente diverso.

Incontrare i Murphy cambierà la vita di Carley, perché le darà la consapevolezza che esiste un'alternativa, che esiste una vita diversa da quella che conduceva con sua madre, e soprattutto che una vita diversa lei se la merita e può conquistarsela con impegno. Anche se la mela dunque non cade lontano dall'albero, può decidere di rotolare altrove e allontanarsi dal suo albero il più possibile!

  La storia di Carley è molto toccante. La focalizzazione interna aiuta il lettore ad immedesimarsi in questa ragazzina che è stata vittima di violenza e che ha conosciuto una realtà di privazioni e disistima. All'inizio del racconto Carley nemmeno immagina che possano esistere persone diverse da quelle che ha sempre frequentato, e quindi la lente con cui guarda i Murphy è inevitabilmente offuscata dal pregiudizio, dalla diffidenza e dall'incredulità, al punto che la Signora Murphy, con la sua dolcezza e la sua calma appare quasi finta e stucchevole.


  Nel corso del racconto il lettore vive la metamorfosi di Carley, che vede poco alla volta crollare le sue certezze, sia quelle relative agli altri che a se stessa. Scopre quindi di avere tanti talenti, perché le vengono riconosciuti. Scopre di avere delle possibilità, di essere capace di piangere e tirar fuori le emozioni. Scopre inoltre che l'amore incondizionato esiste e riempie la vita più di qualsiasi altra cosa. 

  Il testo è ricco di insegnamenti e parole sagge, fra queste mi hanno colpito le parole che Carley rivolge a Daniel, il figlio maggiore dei Murphy, quando prova ad insegnargli a giocare a basket.  Mi colpiscono perché in questo punto della storia non è Carley a ricevere una lezione dalla vita, ma è lei stessa ad offrirne una. Carley dice a Daniel:
 "Un'altra cosa. Devi entrare in campo come se potessi fare qualunque cosa, anche se sai che non è vero."
"Che senso ha mentire a se stessi?"
"Un qualche senso ce l'ha. [...] Funziona. Inoltre, se trasmetti l'impressione di potercela fare, gli altri cominciano a trattarti in quel modo. Per ogni cosa è una questione di atteggiamento."
Alla fine del racconto queste parole, pronunciate per incoraggiare altri, simboleggiano il cambiamento che sta per cominciare nella vita della protagonista. In uno degli ultimi dialoghi con la signora Murphy, Carley mostra il suo rinnovato atteggiamento nei confronti della vita: "Avrò una vita felice, un giorno" le dico. E non sono soltanto parole. Ho le budella d'acciaio. Infrangibili. "Non sarà sempre così per me. Un giorno, avrò una vita felice. Giuro."





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