Letture estive. "The Ickabog": chi è il mostro?



  The Ickabog 
di J.K.Rowling
Tradotto da Valentina Daniele
Salani Editore
dai 10 anni

  L'Ickabog esiste. E fa paura. Ha un grosso piede sinistro (solo un piede, dunque!) la cui impronta tanti hanno potuto osservare nelle case devastate dalla sua furia! Ha anche ucciso il Maggiore Raggianti nelle nebbiose Paludi del Nord. Tutti lo hanno visto.  Beh, forse non tutti. Ma molti. O forse solo alcuni. Di sicuro lo ha visto Lord Scaracchino, fidato consigliere di Re Teo il Temerario. E Lord Flappone, anche lui lo ha visto.
  
  La celebre penna di J.K. Rowling ci conduce in un Regno ricco e felice, il cui Re è amato per la sua gentilezza e magnanimità. E per la sua eleganza. Un Regno quasi perfetto, nel quale, ad un certo punto, si sveglia un mostro che rischia di condurre tutti alla rovina. Si tratta però di un mostro che non si può vedere, perché alberga nel cuore di alcuni: è la brama di ricchezza e di potere, beni da conquistare a qualunque costo e commettendo le peggiori nefandezze.
  
  E così ciò che più mi ha intrigato in questo racconto è stato "entrare nella mente" dei malvagi, primo fra tutti Lord Scaracchino con i suoi scaltri ragionamenti, le astuzie, le lusinghe e soprattutto le bugie, che diventano sempre più grandi, perché si sa che una bugia tira l'altra, e un po' alla volta la macchina della menzogna messa in piedi diventa sempre più difficile da controllare!
E che dire del vanaglorioso Re Teo, tutto intento a compiacersi di se stesso e desideroso di ammirazione e attenzione da parte dei sudditi? Con l'espediente narrativo del "discorso indiretto libero" l'autrice ci rivela questo personaggio un po' alla volta, spogliandolo pian piano dell'apparenza e mostrandocelo infine per quello che è: vile e vanaglorioso, appunto!
Ma non sono certo questi personaggi i protagonisti, ovviamente. I protagonisti sono i buoni. E sono due ragazzi non proprio fortunati: Robi e Margherita, sui quali non spenderò parole, per non "spoilerare" troppo!
  
  Per concludere non posso non far riferimento alla grande capacità dell'autrice di raccontarci le meraviglie culinarie per cui la nazione di Cornucopia, con le sue città, è famosa in ogni dove. I luoghi che ha ideato in questa storia si riconoscono soprattutto dal loro profumo, e così I fumi succulenti che salivano dai comignoli di mattoni rossi di Capocolle si mescolavano ai profumi pungenti che provenivano dalle porte aperte dei caseifici di Montecaglio, e nel raggio di cento chilometri era impossibile non avere l'acquolina in bocca anche solo respirando quell'aria sopraffina.
 [...] Proseguendo il viaggio per il resto del giorno si arrivava alla città di granito di Jeroboam, famosa per i suoi vini. Si diceva che ci si potesse ubriacare solo passeggiando per le strade, respirando l'aria di Jeroboam. 
  Ma anche l'occhio vuole la sua parte. E così Montecaglio era famosa per i suoi formaggi: enormi forme candide, dense palle da cannone arancioni, grossi cilindri friabili venati di blu e piccoli formaggi cremosi più morbidi del velluto. Capocolle era celebre per i suoi prosciutti affumicati e arrostiti al miele, le pancette, le salsicce piccanti, le tenerissime bistecche di manzo e i pasticci di cervo. A Chouville, la capitale, le vetrine dei pasticcieri erano piene di delizie come i Sogni di fanciulla, le Culle di fata e dei dolci più famosi di tutti, le Celie celesti, di una bontà così squisita e commovente che venivano serviti solo nelle occasioni speciali, e tutti piangevano di gioia mangiandoli.


  Sarà possibile leggere gratuitamente on line The Ickabog fino al 12 agosto. 





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