Letture estive: "La casa che mi porta via". Di case che giocano, corrono e si arrampicano sugli alberi.





Quando un libro incontra un lettore
le possibilità sono infinite,
 come le stelle.

(Sophie Anderson)

   
La casa che mi porta via
di Sophie Anderson
Rizzoli
pagine 317
dagli 11 anni

Marinka è una ragazza dal destino che sembra segnato, dovrà diventare una Yaga, come sua nonna ed accompagnare i morti al Cancello, perché raggiungano serenamente le stelle. Ogni volta che la casa con le zampe di gallina inizia a correre Marinka non sa dove la porterà ed in ogni nuovo luogo la giovane dovrà costruire, con femori, teschi ed altre ossa, uno steccato intorno alla casa che tenga lontano i vivi. Ma Marinka non vuole vivere così per sempre, vuole avere degli amici, trascorrere il proprio tempo con ragazzi che respirano e non trascorrere la propria esistenza legata ad una casa Yaga, facendo quello che ogni notte fa Baba Yaga: allestire un banchetto per accogliere i morti che si avvicinano allo steccato ed aiutarli ad attraversare il Cancello. 


Questo è un libro in cui si racconta l'amore tra una nonna ( che si scoprirà non essere una vera nonna), una ragazza ed una casa animata, che si prende cura dei suoi abitanti e del viaggio delle anime verso le stelle. Racconta anche il desiderio di un'adolescente di vivere la propria vita e la determinazione nel voler disegnare il proprio destino, nonostante questo sembri impossibile, eppure "In questo universo colmo di possibilità ci deve essere un modo per rimettere a posto le cose senza dover essere obbligata ad accettare un destino che non voglio", dice Marinka ad un certo punto della storia. 

Accompagnando Marinka nel suo lungo viaggio alla ricerca di se stessa e  di un modo per rimettere a posto le cose dopo la scomparsa di Baba, ho sentito questo personaggio, inserito in un contesto ovviamente non realistico, estremamente verosimile. La protagonista fa tanta tenerezza al lettore, divorata da questo desiderio di essere padrona della sua vita, Marinka, diventa l'adolescente che tutti i genitori temono, quella che non rispetta le regole, che si ribella, che dice bugie, che si scontra costantemente con gli adulti di riferimento.

A differenza di Marinka io invece sono profondamente affascinata dal rituale che viene descritto nel libro, è un rituale piacevole, che Baba vive con gioia, dedicandosi ogni sera ai suoi ospiti con amorevolezza. Tutto è bellissimo, dalla preparazione della cena che ha inizio sin dal pomeriggio, all'accensione dei teschi dello steccato che attirano le anime nella casa, all'ascolto empatico delle vite vissute, alla formula con cui Baba, con dolcezza, accompagna al Cancello e che invita Marinka ad imparare a memoria, perché un giorno possa pronunciarle lei quelle parole. A me non sembra affatto male la vita della Guardiana!
 
E poi c'è la casa!  Una Yaga non è mai sola, ha una casa con le zampe di gallina che si prende cura di lei e le tiene sempre compagnia! Il titolo originale del libro è The house with chicken legs.
Marinka si scontrerà duramente con la sua casa, che le dimostra in più parti della storia un amore incondizionato. In un flashback in cui ripensa al suo rapporto con la casa Marinka dice: "Mi tornano in mente notti passate a correre sui prati, a perdifiato, inseguita dalle zampe della casa. Il cuore mi batteva così forte che sentivo vibrare tutto il corpo, e urlavo di felicità fino a farmi bruciare la gola.
Quando ero troppo stanca per correre ancora, la casa mi sollevava con una delle sue grosse zampe di gallina, mi lanciava sul tetto e mi portava a cavalluccio. Allora io mi tenevo stretta al comignolo, e rimbalzavo su e giù fino a quando mi sentivo come se i polmoni potessero scoppiarmi per il troppo ridere."
In questa storia la casa riserva tante sorprese.








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