Draconis Chronicon: tra scienza e alchimia

 



Draconis Chronicon

di Manlio Castagna

Mondadori

numero di pagine: 437

dai 12 anni


Ho già letto più di un parere su quest'opera e mi sembra che a poco più di un mese dalla sua uscita, il Draconis stia riscuotendo un bel successo, a mio avviso più che meritato.

Ho appena lasciato l'alchimista e la medichessa salutarsi lì dove tutto è  cominciato e un po' già mi mancano, come credo mancheranno ai miei studenti che potranno divertirsi a immaginare per loro nuove avventure. 

Tanti sono i punti forti di questa storia che si snoda per più di 400 pagine tra diversi scenari suggestivi: dalla Salerno del 1066 in cui i nostri protagonisti vivono, ben incasellati in classi sociali rigide e definite, alla capanna di un eremita che nasconde un inquietante segreto, ad un castello che custodisce un prigioniero potente, ad un villaggio di uomini che somigliano però più a  delle bestie, e così via.  


Per quanto la storia sia un fantasy, il tempo  ( che con lo spazio definisce il "setting" di ogni racconto) qui cerca in più modi di inchiodarci ad un'idea di Medioevo che fa parte a pieno del nostro immaginario. Allora la giornata è  scandita secondo le Ore Canoniche, l'alchimia è  praticata,  ci si sposta a piedi o a cavallo, le porte delle città sono presidiate, il latino è  la lingua di chi legge e studia, e così via.


I due personaggi principali si ispirano a figure realmente esistite, la penna dell'autore però le cesella attribuendo loro personalità ben definite e vicine ai ragazzi di oggi. Così Barliario, desideroso di diventare un grande alchimista, è anche un adolescente in cerca dell'approvazione paterna per confermare il proprio valore, e Trotula, la medichessa, studiosa e attenta, è anche una giovane che desidera acquisire più spazi di libertà, lontano dalle "protettive" mura della città. So che i loro scambi di battute, la loro amicizia che poco a poco sembra assumere nuove forme, conquisteranno i giovani lettori. Io, dal canto mio,  sono stata conquistata da Shabbatai: sin da subito, infatti, il giudeo strappa più  di un sorriso al lettore con le sue battute argute e spiazzanti anche nelle situazioni più improbabili. 

C'è tanto in questa storia, c'è l'amicizia sincera, il cambiamento e la crescita, la famiglia, la ricerca storica, la dicotomia tra il bene e il male, e tanto ancora. C'è una montagna della storia lineare che i ragazzi potranno in autonomia ricostruire e con un "problema" chiaro che mette in moto il tutto. E poi c'è il narratore, in larga parte esterno, ma anche interno in alcune pagine, quando il lettore segue ciò che accade al protagonista durante l'Extricatum, ( è un'invenzione dell'autore questa? Esistono testimonianze del fatto che gli alchimisti studiassero questa pratica?) e sul font qui utilizzato io aprirei una riflessione, le parole sembrano ondeggiare, come l'anima del personaggio.

Un discorso a parte meriterebbe lo stile. I dialoghi sembrano una sceneggiatura, gli scambi di battute tra i personaggi in alcuni momenti ricordano quelli di moderne sit com. Essi aiutano molto il lettore ad osservare da vicino i personaggi, a vedere come cambiano e si evolvono le relazioni. Altra cosa che ho apprezzato è il linguaggio figurato, di belle metafore e similitudini il testo è ricco.   

I giovani lettori abbastanza esperti, che non si lasceranno intimidire dal consistente numero di pagine, apprezzeranno.


 

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